In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, due classi del nostro istituto, la 2Aes e la 2Ees, hanno organizzato una mostra, sotto la supervisione della prof.ssa Savina Girelli, per ricordare agli altri studenti l’importanza di questa giornata.
I poster realizzati per la mostra sono composti da frasi e immagini ricavate da internet oppure create dai ragazzi stessi; le frasi, brevi e incisive, coronano le immagini dando loro maggiore forza espressiva. I ragazzi sono riusciti a catturare la sofferenza e la crudeltà legate a questo tema dando anche informazioni utili, ad esempio inserendo il numero antiviolenza e stalking: 1522. Gli alunni hanno trasmesso un messaggio molto efficace scrivendo in inglese, utilizzando un lessico semplice ma preciso e soprattutto comprensibile ad un pubblico ampio.
La finalità del progetto è quella di condurre gli studenti a riflettere su questo tema e a prendere consapevolezza di quello che potrebbe accadere quotidianamente e che purtroppo è già una realtà. Secondo gli alunni delle classi coinvolte, per migliorare questa condizione sarebbe utile introdurre nelle scuole altri progetti simili e parlarne maggiormente, coinvolgendo non solo istituti prevalentemente femminili ma anche maschili, per sensibilizzare anche l’altro sesso e capire un punto di vista diverso.
La mostra è stata allestita nell’atrio e nel corridoio al piano terra della sede centrale del nostro liceo per fare in modo che tutti gli studenti e tutti i professori/sse vedessero i poster e per far conoscere il numero telefonico 1522, da chiamare in caso di violenza sulle donne. Dal punto di vista grafico, il colore rosso è stato quello dominante, simbolo della violenza di genere. Su alcuni manifesti abbiamo letto:
- “Ha giurato che è stata l’ultima volta” – He swore it was the last time.
- “L’amore non è dolore” – Love is not pain .
Queste parole fanno riflettere sull’importanza di prestare attenzione, quando si conosce e ci si innamora di qualcuno e nella costruzione di qualsiasi relazione sentimentale, a riconoscere le reali manifestazioni d’amore e a distinguerle dalla violenza e dal possesso. L’amore fa battere il cuore e fa stare bene, ma comporta che, anche nei litigi e nelle incomprensioni che possono verificarsi in qualsiasi relazione, si lavori insieme per costruire un rapporto basato sulla stima, sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Quando subentrano la violenza, il possesso, l’umiliazione, l’amore di chi ama non è davvero libero di esprimersi e l’amore di chi compie violenza non è vero amore. È importante che ci si senta, al contempo, liberi di amare, ma anche attenti a riconoscere i segnali di violenza e di possesso che possono provenire dall’altro.
Marta Tramonte e Gaia Marchiotto