Il giorno 26 febbraio, durante le ore di Scienze Umane, la classe 5BSU ha partecipato al laboratorio di filosofia della narrazione tenuto dalla dott.ssa Irene Monge, docente dell’omonimo insegnamento presso l’Università degli studi di Verona.
L’espressione “filosofia della narrazione” è stata coniata da Adriana Cavarero che, nel libro “Tu che mi guardi, tu che mi racconti”, ha elaborato numerosi spunti della pensatrice tedesca Hannah Arendt per unirli alle proprie riflessioni sulla narrazione e il potere del racconto.
Precisamente, l’intervento della dott.ssa Irene Monge prevedeva delle attività legate al rapporto tra associazione libera di parole e musica. Dopo essersi presentata alla classe, ha infatti proceduto facendo scegliere a ciascuno studente la propria canzone preferita. Quindi gli studenti hanno dovuto scrivere delle parole sulla base della propria fantasia, che fossero collegate a determinati temi forniti dalla docente.
Dopo aver svolto questo esercizio, è stato chiesto agli studenti di elaborare l’incipit di un racconto, che rappresentava la fase conclusiva del lavoro. E’ stato un processo molto complesso poiché, come sostiene Irene Monge, scavare all’interno della mente richiede impegno e sforzo, dato che non si tratta di attività abituali per gli studenti.
Concludendo si può affermare che l’attività proposta si possa ricondurre alla “maieutica” -dal greco maia (“madre, levatrice”) e téchne (“tecnica”)-, termine che indica l’arte di aiutare l’allievo a “partorire” la conoscenza che già si trova dentro di lui. Infatti, colui che pratica filosofia della narrazione deve aiutare gli interrogati a “partorire” le proprie idee e condurli verso la scoperta autonoma.
Salvadore Adele