Stacca la banana attaccata a una parete con del nastro adesivo sotto l’occhio attento dei presenti, poi procede a sbucciarla e ne gusta la preziosa polpa ottenuta con tanto sforzo. Non si tratta della scena di un film, ma di quanto avvenuto il 29 novembre 2024 in un lussuoso hotel di Hong Kong davanti a giornalisti e influencer.
Artefice del gesto eclatante è stato Justin Sun, imprenditore e collezionista cinese che ha acquistato all’asta la banana di Cattelan per un valore di 6,2 milioni di dollari e l’ha poi mangiata. La vicenda ha sollevato molte discussioni riguardanti cosa sia attualmente definibile “arte”, ma soprattutto sulla natura del mercato dell’arte. Per comprendere a fondo la questione è necessario però partire dal principio. Nel 2019 Maurizio Cattelan, artista italiano impegnato, realizza l’opera “Comedian”, consistente in una banana fresca attaccata al muro da un pezzo di nastro adesivo. Successivamente offre istruzioni su come allestire l’opera per l’esposizione e sulle modalità di conservazione. Data la sua natura deperibile, infatti, l’opera va “sostituita” periodicamente. Dopo l’opera del 2019 l’artista ne produce altri esemplari, tra cui quello del 2024 acquistato all’asta dall’imprenditore Justin Sun.
Sorge il dubbio se il messaggio che l’autore voleva comunicare sia stato compreso e rispettato. “Comedian” vuole spingere lo spettatore a riflettere sul funzionamento del mercato dell’arte e sul valore della stessa. Cos’è che rende l’arte tale? Il suo valore immateriale o quello economico? Oppure entrambi? Nel mondo moderno il denaro e le apparenze hanno un peso molto importante. Si deve dimostrare agli altri di essere migliori di loro, attraverso manifestazioni più o meno dirette della propria superiorità. L’acquisto di beni di lusso per affermare il proprio status sociale è sicuramente uno dei principali mezzi per essere riconosciuti.
Negli ultimi tempi nel mercato è stata introdotta una nuova strategia di vendita: le edizioni limitate. Questo tipo di mercato abbraccia qualsiasi settore, dalla moda alle automobili, fino ad arrivare, come si è visto, all’arte. Un oggetto non viene più acquistato perché di qualità superiore rispetto agli altri, come avveniva in passato. Oggi va in scena una sorta di lotta per la sopravvivenza in cui, a differenza di ciò che scriveva Hobbes ne “Il Leviatano”, non vince il più forte ma il più ricco. Questo implica un pericolo, in particolare nel mondo dell’arte: si confonde il valore simbolico e intrinseco delle cose con quello economico, portando a una sorta di materialismo artistico. Non si acquista più un’opera, un vestito o un oggetto perché ci piace o ci comunica un’emozione particolare, ma perché si è attratti dal suo costo.
Quello di Cattelan è una sorta di esperimento sociale con cui l’artista ha esposto implicitamente le sue critiche. Ci vuol far capire che distinguere tra valore materiale e immateriale è essenziale per non perdere la retta via.
Maria Sole Pasetto