“Pecchiamo, Fergus, più per i peccati di omissione che per i peccati di commissione.” Il non fare nulla a causa dell’indecisione è preferibile al prendere decisioni che possono risultare poi sbagliate?
Per Fergus, il protagonista della nostra storia, tale quesito rappresenta un dilemma assillante durante il periodo degli esami di quinta superiore. Il giovane diciottenne irlandese, infatti, dovrà fare i conti con se stesso su diversi avvenimenti della sua vita. Dal rapporto con il fratello Joe, in carcere, al ritrovamento, in una torbiera con lo zio Tally, del corpo mummificato di una bambina misteriosa (soprannominata Mel) al confine tra Eire e Irlanda del Nord.
Questa scoperta porterà Fergus ad avere strane visioni in cui un mondo antico, visto attraverso gli occhi della bambina sacrificata duemila anni prima, si collegherà sempre di più con la sua esperienza personale, mettendo in luce come la paura del diverso possa portare a tragedie, sia nel passato che nel presente.
Ambientato in Irlanda, in un clima di profonda tensione sociale (sotto il governo Thatcher durante i cosiddetti “Troubles” nel 1981), il romanzo “La bambina dimenticata dal tempo” di Siobhan Dowd -pubblicato postumo nel 2008 e vincitore, inoltre, della prestigiosa Carnegie Medal nel 2009- vuole evidenziare infatti come la diversità non esista, quando gli uomini riescono a rapportarsi tra di loro in modo autentico.
Alessandro Pellegrino