L’articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti umani, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, afferma che “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
La libertà di espressione si riferisce, quindi, al diritto di un individuo o di un gruppo di esprimere le proprie opinioni, credenze, pensieri e idee su diverse questioni senza censura. È un diritto universale ma non sempre rispettato: il diritto di parola, ancora oggi, è ignorato e non riconosciuto in alcuni paesi del mondo. Secondo il nuovo report di “Reporter senza frontiere” (RSF) sulla libertà di stampa nel mondo, i Paesi in cui la situazione è peggiore sono Eritrea, Corea del Nord, Afghanistan, Cina, Vietnam e Siria. La classifica è basata su un ampio raggio di violazioni: dalle restrizioni sui media privati o indipendenti fino al blocco di siti Web e la sorveglianza dei giornalisti da parte delle autorità. Stati come la Cina e il Vietnam, ad esempio, sono accusati di aver incarcerato alcuni giornalisti e di aver condotto una campagna di sorveglianza digitale e censura di Internet e dei social network che impedisce alle persone di esprimere le proprie opinioni e pensieri.
Tra i Paesi in cui la libertà di stampa è maggiormente garantita, invece, si trovano alcuni Paesi del Nord Europa come Norvegia, Svezia e Danimarca.
Jie Yi Chen