Francois Pienaar è stato senz’altro un’icona del rugby, non solo per le sue imprese sul campo, ma anche per il suo ruolo nella storia del Sudafrica.

Nato a Vereeniging nel 1967, ha mostrato da subito il suo talento nel rugby, rappresentando il Sudafrica a livello scolastico mentre frequentava la Patriot School di Witbank. Il suo percorso di studi lo ha portato poi alla Rand Afrikaans University, dove ha continuato a giocare a rugby con grande successo. Nel 1989 si è unito alla squadra del Transvaal con cui ha vinto due Currie Cup nel 1993 e nel 1994, insieme alla vittoria nel Super 10 nel 1993. Il suo debutto con la nazionale sudafricana è avvenuto sempre nel 1993, squadra di cui fu subito nominato capitano, un ruolo che avrebbe onorato in ventinove partite internazionali di intense emozioni.

L’evento più celebre della sua carriera è stata la vittoria del Sudafrica nella Coppa del Mondo di rugby del 1995, un momento simbolico per la nazione che ospitava il torneo per la prima volta dopo l’abolizione dell’apartheid. Pienaar ha ricevuto la coppa dal presidente Nelson Mandela in un gesto di unità e riconciliazione. Dopo il ritiro dalla nazionale nel 1996, Pienaar ha proseguito la sua carriera con il Saracens in Inghilterra, vincendo la coppa Anglo-Gallese nel 1998. Dopo il ritiro come giocatore, ha ricoperto il ruolo di allenatore, dirigente e commentatore sportivo.

La sua storia è stata raccontata nell’opera “Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game that Made a Nation” di John Carlin, che ha ispirato il celebre film “Invictus” diretto da Clint Eastwood, dove il personaggio di Pienaar è interpretato da Matt Damon. Pienaar è stato anche riconosciuto per i suoi meriti sportivi con l’inserimento nell’International Rugby Hall of Fame e nella World Rugby Hall of Fame. La sua vita privata, inoltre, è stata segnata da momenti significativi come il fatto che Nelson Mandela sia stato padrino di battesimo di uno dei suoi figli.

Francois Pienaar è stato, a mio giudizio, uno degli atleti più significativi della storia non solo del rugby ma dello sport in generale. La stretta di mano con Nelson Mandela alla fine della celebre coppa del mondo di rugby del ’95 rimarrà per sempre un simbolo di rispetto e unità.

Alessandro Pellegrino