Il giorno 9 aprile anche la mia classe ha effettuato la sua prima uscita didattica recandosi a Padova.
A dire il vero, la classe ha rischiato di non realizzare nessuna uscita didattica a causa della iniziale non disponibilità dei docenti ad accompagnarci perché le mete proposte dalle rappresentanti di classi risultavano troppo lontane. Ma, per fortuna, ormai a scadenza è pervenuta dalle insegnanti la proposta di Padova e noi abbiamo accettato immediatamente.
L’uscita didattica è un modo per stare insieme al di fuori delle quattro mura della classe: chiacchierare, scambiarsi opinioni e conoscersi meglio, dal momento che in aula non si ha la possibilità e il tempo di conoscere tutti, soprattutto al primo anno, in cui gli studenti provengono da scuole e paesi diversi. Queste iniziative vengono percepite con una certa leggerezza, eppure indirettamente sono occasioni di scoperta, di crescita o semplicemente per prendere visione della bellezza che ci circonda poco lontano dalla propria casa.
Già dalla sera prima ero molto emozionata. La mattina mi sono alzata letteralmente all’alba. Dovevamo ritrovarci in stazione alle ore 07.15, ma alle 07.00 ero già lì. Il treno è partito alle ore 07.34 e il tempo impiegato per arrivare a Padova è sembrato brevissimo tra una risata e l’altra con i compagni.
Siamo arrivati nella città del Santo abbastanza presto. Avevamo appuntamento con la guida della Cappella degli Scrovegni alle ore 10.00 e così abbiamo fatto merenda presso Piazza Arena che in passato era un anfiteatro utilizzato per i giochi dei gladiatori, ma oggi ne restano solo poche rovine. La guida ci ha condotto nella cappella, a turni.
Abbiamo potuto vedere i meravigliosi affreschi di Giotto, un capolavoro dell’arte del XIV sec. realizzato in soli due anni, tra il 1303 e il 1305. Narra la storia della Salvezza in due percorsi: il primo con le Storie della vita della Vergine e di Cristo dipinto lungo le navate e sull’arco trionfale; il secondo con i Vizi e le Virtù concludendosi con il maestoso Giudizio Universale. Il ciclo affrescato è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO nel 2021.
La Cappella degli Scrovegni si chiama così perché un tempo era situata a fianco al Palazzo degli Scrovegni, unico edificio rimasto dopo che il resto andò distrutto nell’800. Nel 1303 infatti fu proprio Enrico Scrovegni a chiedere a Giotto di dipingere la Cappella di famiglia per ricordare il padre, Reginaldo, un usuraio, citato anche da Dante nella Divina Commedia e, in quanto usuraio, finito all’Inferno. Enrico Scrovegni voleva combattere l’usura e diffondere il culto della Vergine, infatti, inizialmente, la Cappella era chiamata Cappella degli Scrovegni a Santa Maria della Carità. Il tempo all’interno di questa meraviglia è stato di soli 15 minuti, ma è bastato per non distogliere gli occhi dagli affreschi e con la testa all’insù abbiamo cercato di individuare quanto spiegato nel video introduttivo.
Dopo il pranzo presso il parco dell’Arena, un immenso giardino, ci siamo recati all’orto botanico, il più antico orto universitario del mondo, sorto come cantiere per la conservazione della biodiversità con oltre 6.000 esemplari di specie vegetali presenti sulla terra e 3.500 specie botaniche. Tra i gioielli custoditi da secoli all’interno delle mura dell’Hortus cintus padovano, c’è anche una palma nana, che poi così piccola non è, ormai giunta all’altezza di 12 metri. Esemplare botanico che spicca oltre che per l’età, anche per l’altezza e per la sua storia particolare; infatti è stata messa a dimora nel 1585 e ancora oggi gode di splendida salute all’interno della sua serra ottagonale. E’ nota come “Palma di Goethe”, il poeta tedesco Johann Wolfgang Goethe che la notò nel 1786 e alla quale dedicò parte dei suoi studi.
Sempre con la guida delle insegnanti l’ultima tappa del tour ha previsto la visita alla Basilica di S. Antonio; molti di noi non vi erano mai entrati e sono rimasti a bocca aperta per quanto fosse imponente.
Questa uscita didattica, come tutte le altre, non è solo un momento di approfondimento di un argomento trattato in classe o l’opportunità di conoscere e valorizzare ciò che ci offre il nostro territorio ma, per uno studente, è soprattutto l’occasione importantissima per vedere luoghi meravigliosi e stupirci in prima persona, divertendosi e condividendo tutto con i compagni.
Giulia Del Prete