Spesso quando si parla si utilizzano termini senza capirne veramente il significato, oppure dalla frenesia del momento ci si confonde. Ma è importante usufruire dell’arte della parola per tramettere i contenuti corretti, dal momento che le parole alla fine ci definiscono.
Quante volte capita di fare un colloquio lavorativo e la scelta dei candidati viene fatta dal modo in cui si parla? Quante volte i professori durante un’interrogazione ci dicono che potevamo fare di meglio poiché abbiamo utilizzato dei termini sbagliati o abbiamo fatto un’esposizione scarsa?
Si potrebbero fare altri mille esempi, ma la risposta sarebbe sempre la stessa: senza lo studio non si va da nessuna parte, infatti apprendere ci aiuta in modo inconsapevole a formulare dei pensieri critici e autonomi in maniera corretta.
Conoscere è l’atto di apprendere non solo argomenti scolastici, poiché la vita degli studenti non implica solo studiare chimica, arte, letteratura ecc., ma tramite le esperienze, che a mio parere hanno molta più attivazione emotiva. La psicologia ci insegna che senza la motivazione si rischia di diventare degli automi. Infatti la motivazione gioca un ruolo chiave per la conoscenza. E’ uno stato di tensione positiva, un elemento fondamentale per il raggiungimento del successo personale e la concretizzazione dei propri bisogni e desideri.
Per mediare tra conoscenza e motivazione proviamo a utilizzare il principio di Medietà del grande filosofo Aristotele, condizione di ciò che è in mezzo a due estremi, un equilibrio tra impegno, dedizione, costanza e capacità di resilienza. Alla fine le conoscenze apprese a scuola sono solo la cornice di un nostro ritratto, e non viceversa, perché alla base ci deve essere una spinta intrinseca che ci fa credere nei nostri obiettivi.
Elisabeth Ebert