Alcune località italiane presentano una situazione di Overtourism. Si tratta di quella tipologia di turismo percepito solitamente come “di troppo” da parte delle comunità locali ospitanti. Si può definire una forma “selvaggia” di turismo, in cui si va a deturpare la conformazione di un territorio.
Le conseguenze sono molteplici e vanno dal sovraccarico delle infrastrutture al degrado dell’ambiente naturale, dalla nascita di movimenti di protesta sociale alla fuga dei residenti dai centri storici. Si tratta di un circolo vizioso che porta alcune località ad essere vittime del loro stesso successo. Viene così compromessa non solo la qualità di vita dei residenti, ma anche l’esperienza di viaggio dei visitatori.
A Venezia questo fenomeno si è già manifestato in tutta la sua portata e gli effetti deleteri sono sotto gli occhi di tutti. Per questo è nata l’idea di rendere la città accessibile a numero chiuso. Il rischio intacca ormai anche Verona che, negli ultimi vent’anni, ha perso più di mille abitanti l’anno. La città scaligera conta circa 255 mila abitanti, a fronte di 4 mila appartamenti che si offrono per essere presi in affitto qualche notte per chi vuole andare a vedere il balcone di Romeo e Giulietta. Stessa cosa sul Lago di Garda, dove il numero delle attività di locazione turistica è sempre più alto.
Una certezza è che si dovrà trovare un equilibrio tra le esigenze dei residenti e quelle dei visitatori delle principali località turistiche del nostro paese.
Denisa Remschi