Nel nostro Paese il diritto all’istruzione è garantito dall’articolo 34 della Costituzione, secondo il quale “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. Inoltre non pone molti limiti e mira a eliminare tutti gli ostacoli affinché tale diritto sia garantito”.
Il diritto all’istruzione coincide, evidentemente, con un altro diritto: quello di crescere dal punto di vista culturale. L’istruzione allora rappresenta la chiave per la libertà, perché ci consente di sviluppare pensieri e idee e distinguere il bene dal male. L’istruzione nel nostro Paese è un diritto dato per scontato da noi ragazzi, perché andare a scuola fa parte della nostra quotidianità, ma dobbiamo tenere presente che purtroppo ancora adesso ci sono molti stati in cui questo diritto viene negato e pensarci ci fa comprendere quanto siamo fortunati. Ci sono ancora circa 64 milioni di bambini nel mondo che non hanno accesso all’istruzione di base e 617 milioni di bambini e adolescenti che non raggiungono i livelli di competenza minimi, anche se frequentano la scuola (dati UNICEF). Oltre a questioni familiari, che riguardano soprattutto le bambine, un grande ostacolo è la povertà presente in diversi Paesi.
Senza istruzione si fa strada dentro di noi l’ignoranza, intesa come condizione che ci fa piegare al volere altrui perché, non avendo acquisito e maturato le conoscenze indispensabili per orientarci nella complessità della società, prendiamo per “buono” tutto ciò che ci viene proposto. Un avvenimento che purtroppo favorisce la diffusione dell’ignoranza è l’abbandono scolastico. I ragazzi che lasciano gli studi affermano di disprezzare la scuola, gli insegnanti e, in generale, l’insegnamento. La frase che si sente dire più spesso è: “la scuola non fa per me”. L’abbandono scolastico è un fenomeno pericoloso e preoccupante, soprattutto nel Sud Italia in cui facilita l’entrata nelle organizzazioni criminali dei giovanissimi e di conseguenza la diffusione della delinquenza.
È chiaro quindi come l’ignoranza ci renda schiavi, perciò dobbiamo combatterla in tutti i modi. Uno dei più semplici è quello di frequentare la scuola senza percepirla come un obbligo, bensì come un cammino essenziale per formare la persona. La scuola è un luogo che ci permette di ampliare ogni giorno le nostre conoscenze e, di conseguenza, di renderci conto di tutto ciò che ci circonda. La scuola è fondamentale perché educa e pone tutti sullo stesso piano, valorizza le nostre capacità, permettendoci di realizzare i nostri sogni e, in futuro, di sentirci soddisfatti dei traguardi raggiunti.
Marta Pecoraro